La pasqua è passata da un po’, quindi mi è possibile affrontare dalla giusta distanza un tema che ha a che vedere con i festeggiamenti pasquali. E con il terremoto in Abruzzo. La pasqua dei terremotati in Abruzzo, insomma.
A molti sarà sicuramente sfuggita una notizia aberrante: per il pranzo pasquale degli sfollati sono stati sgozzati cinquecento agnelli, forniti dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo.
Questo evento mi ha fatto riflettere per l’ennesima volta sulla funesta ed eterna piaga dell’antropocentrismo.
L’essere umano non solo è convinto di essere il legittimo dominatore del pianeta Terra (quando non anche del resto del cosmo), ma crede anche di avere il monopolio del dolore.
Pensavo alle migliaia di terremotati, ognuno dei quali ha perso un parente od un amico, ha patito e sta patendo in prima persona, è stato costretto a fare i conti con la morte ingiusta e violenta. Ebbene, per risollevarsi un po’ il morale, quelle vittime innocenti del terremoto hanno visto bene di accanirsi su altre vite innocenti quanto loro.
Padri e madri che hanno perso figli hanno strappato i figli di altri individui non umani, trucidandoli per sollazzo, nel nome di gusto e tradizione.
Ho pensato che se neppure le tragedie immani ed epocali insegnano all’uomo ad avere rispetto per la sofferenza altrui, allora siamo una specie davvero senza speranza.
Il guaio è che gli sfollati probabilmente non si rendevano neppure conto che stavano stroncando vite come le loro, degne di stare al mondo quanto loro. L’animale visto come merce, reificazione della vita senziente, il gesto del carnefice compiuto con vacuo automatismo.
Ma gli agnelli mandati a morte per un’insensata abitudine non erano, non sono, diversi dalle persone morte sotto le macerie: in entrambi i casi si trattava, e si tratta, di vita che voleva vivere, di volontà stroncate, di libertà schiacciate.
Non siamo gli unici su questo grande sasso a soffrire. Il nostro cervello più sviluppato ed il nostro pollice opponibile ci rendono meno diversi da tutti gli altri animali di quanto ci illudiamo di essere.
Trecento morti umani per il sisma, cinquecento agnelli ammazzati. A ben vedere, è andata peggio alle pecore.
Agli ovini il terremoto non era arrivato. Ci abbiamo pensato noi a portarglielo.
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Appendice – Ipotesi di programma televisivo sul terremoto de L’Aquila
E’ sempre la solita storia, da secoli: un autore satirico fa battute contro il potere ed a favore dell’oppresso usando l’oppresso stesso come soggetto-oggetto per muovere al riso e rompere, squarciare ogni tabù che castra l’oppresso. Il padrone, che è astuto, questo lo sa (e sa anche che l’arte ha un proprio linguaggio che, pur essendo legato al reale, è diverso dal reale ed è al di là del bene e del male, ha una propria etica che nulla ha a che fare con la morale del vigente – come dire, nell’arte posso narrare di un pedofilo buono senza per questo ritenere che la pedofilia sia una buona cosa nella vita di tutti i giorni), perciò cerca di infangare il comico ed invoca la censura: “Non si scherza su certe cose, è indecente”. Lo schiavo, che è imbecille, dà retta al padrone, non sapendo che l’ars umoristica non è che un modo per focalizzare criticamente un problema con altri mezzi rispetto a quelli del pianto o della serietà. Anche quando si utilizza ironicamente una vittima, lo si fa nell’interesse della vittima, poiché, attraverso la sua esposizione mediata dalla provocazione della risata, si fa luce sulla sua condizione.
Si è chiesta la sospensione di Vauro. Beh, ora spero che qualcuno chieda anche la mia sospensione da qualcosa.
PRESENTATORE Benebenebene, ringraziamo le nostre bellissime terremotine per il delizioso stacchetto.
Ricordo agli amici a casa che è ancora aperta la raccolta fondi per le vittime del terremoto e rinnovo la nostra solidarietà ai terremotati del 1908. Anzi, facciamo un bell’applauso a tutti i terremotati del mondo.
Applauso
Ma passiamo alla fase calda del programma: la tanto attesa premiazione. Ecco che arriva la busta… Suspence! Suspence! Ci siamo: il premio come miglior terremotato 2009 va al signor Giacinto Filograni!
Pubblico in delirio, il signor Giancinto Filograni si alza in lacrime dalla poltrona in platea e sale sul palco
GIACINTO FILOGRANI Che dire, sono emozionatissimo. Ringrazio il terremoto, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile; mio figlio, che è morto in maniera spettacolare sotto un masso caduto dal quarto piano, consentendomi di guadagnare punteggio rispetto a Cosimo Brembini, che è stato in testa fino all’ultimo per merito della moglie sfigurata da un calcinaccio del muro maestro; tutti i miei fan, che mi hanno sostenuto con il loro grande affetto; la mia famiglia, che è stata opportunamente sterminata; tutti quelli che mi sono stati vicinio fino a questo prestigioso traguardo.
PRESENTATORE Un bell’applauso al signor Giacinto Filograni. E pensare che c’era chi diceva che non ci sono più i terremotati di una volta!
Siamo in conclusione. C’è una comunicazione di servizio: il concerto dei Tremors che era previsto a L’Aquila il 24 aprile è stato annullato perché nel frattempo è venuta a mancare la città.
Un saluto da parte di tutto lo staff di W il Sisma ed arrivederci alla prossima sciagura!